lunedì 31 ottobre 2011

Andarsene

La nostra piccolezza, la nostra insignificanza e natura mortale, mia e vostra, la cosa a cui per tutto il tempo cerchiamo di non pensare direttamente, che siamo minuscoli e alla mercé di grandi forze e che il tempo passa incessantemente e che ogni giorno abbiamo perso un altro giorno che non tornerà piú e la nostra infanzia è finita e con lei l'adolescenza e il vigore della gioventú e presto anche l'età adulta, che tutto quello che vediamo intorno a noi non fa che decadere e andarsene, tutto se ne va e anche noi, anch'io, da come sono sfrecciati via questi primi quarantadue anni tra non molto me ne andrò anch'io, chi avrebbe mai immaginato che esistesse un modo piú veritiero di dire "morire", "andarsene", il solo suono mi fa sentire come mi sento al crepuscolo di una domenica d'inverno...


- David Foster Wallace, Il re pallido

venerdì 28 ottobre 2011

Una vita felice

- L’ultima cosa che volevo dire al lettore è questa. Non se lo dimentichi signor Orhan…

- Non lo dimenticherò.

Baciò con una tenerezza infinita la foto di Fϋsun e la ripose con cura nella tasca interna della giacca. Poi mi sorrise vittorioso.

- Tutti devono saperlo: ho avuto una vita felice.


- Orhan Pamuk, Il museo dell'innocenza

giovedì 27 ottobre 2011

Heaven

What if you slept? And what if, in your sleep, you dreamed? And what if, in your dream, you went to heaven and there plucked an strange and beautiful flower? And what if, when you awoke, you had the flower in your hand? Ah, what then?


- Samuel Taylor Coleridge, Notebooks

lunedì 24 ottobre 2011

Abiti e accessori

Prima osservai i ninnoli sulla toletta, i barattoli e i flaconi. Li presi e li studiai a uno a uno. Mi rigirai in mano il suo piccolo orologio. Poi guardai nel suo armadio. Tutti quegli abiti e accessori conservati uno sopra l’altro…

Questi oggetti, che rendono perfetta una donna, suscitarono in me una solitudine atroce e disperata, la sensazione e il desiderio di appartenerle.


- Ahmet Hamdi Tanpinar, Taccuini

venerdì 21 ottobre 2011

Musica di un paese lontano

Gli chiesi di cambiare stazione. Dopo un po' di fruscio, sentimmo una musica di un paese lontano che si confaceva al mio stato d'animo in quel momento. Mi piaceva ascoltarla mentre una pioggia leggera bagnava il parabrezza.


- Orhan Pamuk, Il museo dell'innocenza (Einaudi)

mercoledì 19 ottobre 2011

L'istante più felice della mia vita

Era l'istante più felice della mia vita, e non me ne rendevo conto. Se l'avessi capito, se allora l'avessi capito, avrei forse potuto preservare quell'attimo e le cose sarebbero andate diversamente?

Sì, se avessi intuito che quello era l'istante più felice della mia vita non mi sarei lasciato sfuggire una felicità così grande per nulla al mondo. Quell'istante prezioso che avvolse il mio corpo in un abbraccio profondo e sereno forse durò solo qualche secondo, è vero, ma la felicità di quel momento parve proseguire per ore, estendersi per anni.

Era il 26 maggio 1975, un lunedì, all'incirca le tre meno un quarto: in quell'istante ebbi la sensazione che ci fossimo liberati da tutti gli opprimenti sensi di colpa, dal peccato, dal castigo e dal pentimento, e che il mondo si fosse sottratto alle leggi della gravita e del tempo.


- Orhan Pamuk, Il museo dell'innocenza (Einaudi)