giovedì 24 giugno 2010

Heroes (reprise)

Confesso di non sapere chi sia, se non di nome, questo Ben Stiller, ma a una domanda sulla sua e nostra generazione ha risposto proprio quello che avrei detto io, parola per parola:

Roger, il personaggio del film, e' un quarantenne che perde il lavoro, ha una vita non facile, ma cerca comunque di fare del suo meglio per se' e per gli altri. Penso che molti possano identificarsi con la sua battaglia quotidiana, per arrivare alla fine della giornata con un'idea di se stessi non proprio pessima e l'ego intatto, dopo aver avuto a che fare con migliaia di cose che potevano portarti fuori strada.

Credo che in questo ci sia qualcosa di nobile, che ci voglia coraggio, semplicemente nel cercare di vivere la propria vita.

Heroes

A me il fatto che si parli cosi' tanto di operai e fabbrica sui giornali di questi giorni piace molto. Sembra di essere tornati (stavo per scrivere finalmente) agli anni '70, quando la sezione economica di Repubblica, se la memoria non mi inganna, si intitolava Economia e Sindacato, e a Radio Popolare la mattina andava in onda il cosiddetto sindacale, che era una specie di bollettino di scioperi e fabbriche occupate.

La classe operaia esiste ancora: non numerosa come allora, ma c'e'. E decisa a difendere i diritti acquisiti con le lotte dei nostri padri. I no sono stati oltre un terzo: risultato eccellente, considerate le previsioni.

Come ha scritto stamattina Ezio Mauro in un editoriale:

Perche' i vasi comunicanti della globalizzazione che spingono le produzioni verso i mercati emergenti per un dumping favorevole di diritti e di salari, potrebbero funzionare in una diversa direzione, estendendo a quei Paesi piu' poveri la democrazia dei diritti che l'Occidente ha conquistato in piu' di un secolo, e che fino a ieri considerava acquisiti, parte della sua civilta' materiale e morale, forma stessa del suo modo d'essere.

Non pensarlo, non testimoniarlo, significa semplicemente non avere fede nella democrazia, considerarla un concetto relativo, che vale solo alla latitudine occidentale, e non ha valore universale.

Consiglio di riprendere in mano un volume che ha quasi 15 anni, ma che anticipava quello che sta succedendo.

mercoledì 23 giugno 2010

Una donna per amico

[Soho, Giugno 2010]

Difficile non pensare che mai nessuno ti avrebbe conosciuta con tanta pienezza. E poi sdraiarsi accanto a lui sull'erba del parco, fare l'amore prima di cena, parlare di pittura finche' il cibo era freddo ed era troppo tardi per un film.

- Adam Haslett, Union Atlantic (Einaudi)

domenica 20 giugno 2010

Si' viaggiare

[Surrey, Aprile 2010]


Il viaggio non finisce, solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Bisogna ricominciare il viaggio, sempre.

- Jose Saramago, Viaggio in Portogallo (Einaudi)

venerdì 18 giugno 2010

L’età ha una messa a fuoco progressiva

[Marylebone High Street, Giugno 2010]


Scrive Arte nel suo blog:

L’età ha una messa a fuoco progressiva. Tagliare, potare, non è più così doloroso come negli anni verdi. Un tempo, potevo passare giornate con persone di cui non mi importava in realtà nulla.

Potevo, per amor di pace, per benevolenza, o anche senza motivo, partecipare a conversazioni nelle quali non solo non avevo nulla da dire, ma nelle quali mi sforzavo di dire ciò che ci si aspettava dicessi. Potevo costringermi a sopportare persone che in realtà non sopportavo.

Progressivamente, sto restringendo il campo.

Non temo più di essere strana, inattuale, fuori tendenza, diversa e per alcuni incomprensibile.Quello che prima mi appariva un mio limite, mi pare adesso semplicemente una mia qualità essenziale, nella quale ho imparato a riconoscermi. Non mi interessa “soddisfare” nessuno. Temo sempre meno i distacchi.

C’è sempre meno tempo.

Occorre dedicarlo a cose e persone che ne valgono la pena. Non lasciarsi succhiare energia da cose che non meritano, da chi è negativo, fazioso, prolisso, stupido. Da chi non vede e non ascolta. Da chi non ha bisogno di me, ma della mia sagoma vuota da riempire di ciò che crede io sia.

E dedicare quest’energia, di cui improvvisamente si dispone, a capire quello che importa veramente, diventare ciò che si è, aprirsi al mondo nella sua essenza profonda. Non aver paura di mostrare i propri sentimenti, non aver timore di mostrare il proprio corpo e la propria anima.

Non aver paura di ciò che si è. Essere attivamente, e non passivamente, disponibile all’ascolto.